Saluto del nuovo Presidente

Cari Consoci e cari Amici,
in qualità di nuovo presidente della Società Tiburtina di Storia e d’Arte rivolgo il mio più cordiale saluto a tutti voi.
Ancora rattristati per la dolorosa perdita del prof. Vincenzo Pacifici, abbiamo deciso di dare un segno immediato di continuità e di ripresa: continuità di una tradizione fatta di serietà e di rigore scientifico nella ricerca storica, come dimostrano gli studi apparsi nei novantacinque volumi degli “Atti e Memorie” pubblicati sino ad oggi.
Questi contributi – come scriveva il prof. Pacifici nell’editoriale in apertura del vol. LXXXV (2012) – sono stati sempre il frutto di “impostazioni di ricerca minuziose e mai minute, capillari e mai parcellizzate, puntuali e mai generiche, tradizionali e mai campanilistiche”. Nella loro preparazione, inoltre, non sono state mai dimenticate le indicazioni fornite dal fondatore Vincenzo Pacifici nel 1933 e ribadite da Giuseppe Petrocchi nel 1951, all’atto della ripresa delle pubblicazioni dopo la sospensione bellica: non soffermarsi sulla cronaca locale (oggi diremmo sui “localismi”) ma cercare negli argomenti trattati i riferimenti ad ambiti più vasti di storia nazionale.
Sono sicuro che la nomina, decisa dal Consiglio direttivo, del dott. Zaccaria Mari a direttore delle pubblicazioni sociali costituirà la più solida garanzia per il mantenimento e, anzi, l’incremento del valore scientifico e culturale degli studi editi dalla Società.
Non dobbiamo mai ignorare, tuttavia, la celebre affermazione di Gustav Mahler, più volte ripresa da vari studiosi anche a proposito della ricerca storica: “La tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. Il fuoco è la passione che ci deve animare nella ricostruzione del passato, abbandonando però quanto di caduco può essere presente nella conservazione di tradizioni ormai prive di valore. Proprio per questo l’azione del nostro sodalizio deve tener conto della mutata realtà sociale e culturale con la quale dobbiamo confrontarci, anche in considerazione del periodo difficile che abbiamo vissuto a causa della pandemia. È quindi nostra intenzione far sì che la ripresa, di cui ho parlato all’inizio di questo mio saluto, sia caratterizzata da una maggiore apertura verso la società che ci circonda, per raggiungere potenziali utenti che siano interessati al nostro messaggio culturale, presentato naturalmente in chiave moderna come fanno del resto istituzioni ben più antiche della nostra (basti pensare a quelle della Santa Sede).
Accanto al sito web già in essere, che sarà naturalmente potenziato e per il quale ringrazio il prof. Maurizio De Angelis, dovremo quindi sfruttare le possibilità che ci sono offerte dai “social network”. A tale riguardo, dopo la pausa estiva apriremo la pagina Facebook della Società Tiburtina, dove i soci e i simpatizzanti potranno farci pervenire sollecitazioni di più immediato recepimento, rispettando minimi standard di continenza formale. Questa pagina potrà essere utilizzata anche per trasmettere in “streaming” le conferenze che vogliamo rilanciare, in modo che possano raggiungere il maggior numero di interessati. Nel fare ciò seguiremo l’esempio di istituti culturali dalle finalità analoghe alle nostre, come la Società Romana di Storia Patria e l’Istituto Nazionale di Studi Romani.
Dato però che – a quanto sembra – Facebook viene ormai trascurato dal pubblico giovanile, apriremo anche una pagina Instagram, dove potranno essere pubblicati “post” e immagini, naturalmente di contenuto culturale, per favorire l’interazione sociale, anche in questo rifacendoci a precedenti illustri come quelli della Società Romana già citata e dell’Unione Internazionale degli Istituti di Archeologia, Storia e Storia dell’Arte in Roma. In questo modo potremo far sì che la Società Tiburtina di Storia e d’Arte sia una realtà viva, quotidianamente presente nel dibattito culturale della città di Tivoli e del territorio circostante, come già si augurava negli anni ’70 del secolo scorso, con notevole preveggenza, l’indimenticabile prof. Camillo Pierattini.
Non dobbiamo trascurare altresì i risultati lusinghieri ottenuti in questi ultimi anni con la ripresa del “Premio Bulgarini per la storia di Tivoli”, che mira a far conoscere la realtà storica, monumentale e paesaggistica della nostra città agli alunni delle classi quinte della Scuola primaria, alcuni dei quali potrebbero rappresentare il primo nucleo di un raggruppamento giovanile da costituire in seno alla Società. È perciò doveroso ringraziare i membri del Comitato scientifico del Premio, i nostri consiglieri proff. Roberto Borgia e Adriano Genga, oltre al prof. Pietro Candido e al consocio ing. Gianni Andrei, senza dimenticare naturalmente l’apporto concreto fornito dalla famiglia Bulgarini.
Per ottenere i risultati che ho cercato di indicare dovremo però affrontare e cercare di risolvere problemi pressanti come quello della sede sociale, ormai chiusa da troppo tempo, prima a causa della pandemia, poi di infiltrazioni di umidità particolarmente gravi. Nelle prossime settimane, quindi, prenderemo contatto con la segreteria del Sindaco, prof. Giuseppe Proietti, che ci ha sempre dimostrato una particolare attenzione, anche in qualità di nostro Consigliere onorario, e con quella del Vescovo, mons. Mauro Parmeggiani, che in più occasioni ci è stato vicino, ad esempio nell’accogliere una parte della nostra biblioteca sociale nei locali dell’ex Seminario.
La disponibilità di una sede stabile e ospitale potrebbe consentirci di potenziare le attività di relazione con i Soci e i simpatizzanti, assicurando loro, ad esempio, un maggior numero di ore di apertura della biblioteca che – è opportuno ricordarlo – in passato era largamente utilizzata dagli studenti universitari del territorio per le ricerche finalizzate alla preparazione delle loro tesi di laurea o di specializzazione, per le quali altrimenti sarebbero stati costretti a rivolgersi altrove.
L’incremento della biblioteca ci consentirebbe di essere inseriti nell’Albo regionale degli Istituti culturali del Lazio, del quale fanno già parte associazioni con le quali abbiamo sempre avuto stretti contatti, come la Società Tarquiniense d’Arte e Storia, l’Ente Ottava Medievale di Orte e l’Istituto di Storia e di Arte del Lazio meridionale, con sede ad Anagni. Ciò comporterebbe ricadute positive anche sulla situazione finanziaria del nostro Sodalizio, che è stata sempre attentamente seguita dall’economo avv. Massimo Ferrari, che ringrazio vivamente. Tale situazione, al momento – vi possiamo assicurare – si presenta comunque tranquilizzante, come avrete modo di constatare nella prossima Assemblea dei Soci.
Un ulteriore passo sarebbe quello di presentare domanda al Ministero della Cultura per essere inclusi tra le Istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il prossimo triennio (2024-2026). Può apparire una scadenza lontana ma, data la particolare complessità delle procedure amministrative da seguire, è opportuno affrontarla con sufficiente anticipo.
È un programma impegnativo quello che attende il nuovo Consiglio direttivo della Società Tiburtina di Storia e d’Arte, ma sono sicuro che riusciremo ad affrontarlo con il contributo della vicepresidente, prof.ssa Anna Maria Panattoni, e dei consiglieri tutti, a cominciare da quello del nostro Presidente onorario prof. Cairoli Fulvio Giuliani, accademico dei Lincei. Le legittime diversità di opinioni, a mio giudizio, non devono costituire motivo di divisione ma, piuttosto, una fonte di ricchezza per gli organi direttivi del nostro Sodalizio, perché solo dal confronto tra punti di vista differenti possono scaturire decisioni condivise. Come scriveva nel citato editoriale il prof. Pacifici, considero anch’io tutti i consiglieri, vecchi e nuovi, “amici veri e leali”, e sono quindi sicuro che collaboreranno con me alla ripresa della Società.
Il nostro operato risulterebbe però insufficiente se non fossimo sostenuti dall’apporto dei Soci, ai quali rivolgiamo un caldo appello perché supportino concretamente la nostra attività. Ci auguriamo inoltre che i Soci stessi, sfruttando anche le nuove possibilità di comunicazione che saranno loro offerte, ci facciano pervenire le loro proposte e le loro critiche costruttive, per intraprendere insieme il nuovo e impegnativo cammino che ci attende all’inizio del secondo secolo di vita della Società Tiburtina di Storia e d’Arte.
Ad maiora!

FRANCESCO FERRUTI

Potrebbero interessarti anche...