Norme redazionali

La Società Tiburtina di Storia e d’Arte, nell’esame delle proposte di pubblicazione, tende a privilegiare il più ampio ventaglio cronologico e topografico.Il titolo, lo sviluppo approssimativo ed una sintesi dell’articolo e della recensione in corso di elaborazione dovranno essere comunicati per l’indispensabile vaglio alla redazione, che esprimerà il proprio eventuale assenso entro il 30 aprile di ogni anno.

Una volta ottenuto l’assenso della redazione, gli articoli pronti per la stampa, e le recensioni dovranno essere consegnati entro e non oltre il 30 giugno. Le prime bozze saranno ri­ consegnate all’autore per una prima revisione ed eventuali aggiunte o integrazioni saranno a suo carico. Alle seconde sarà provveduto in sede redazionale.

Considerando l’ormai totalità dell’impiego di strumenti informatici nella stesura e nella composizione dei testi, la La Società Tiburtina di Storia e d’Arte sottolinea alcuni criteri redazionali indispensabili per armonizzare il lavoro svolto dagli autori con le fasi di impaginazione.

Innanzitutto il Comitato di redazione stabilisce la ripartizione tra la sezione “Memorie” (massimo 20 pagine di testo in corpo 14 e note in corpo 12) e sezione “Notizie” (massimo 10 pagine di testo corpo 12 e note corpo 10).

Gli autori debbono presentare il materiale in unica soluzione ed in versione DEFINITIVA (cartelle di 2000 battute).

Le illustrazioni in formato jpg (da allegare separatamente e non inserite nell’articolo), di buona risoluzione, dovranno essere fatte pervenire contemporaneamente all’articolo, nel numero strettamente necessario all’intelligenza dell’articolo stesso e comunque non superiore a venti.

In casi eccezionali, scientificamente fondati, sarà consentita la pubblicazione di illustrazioni a colori.

Annualmente ad ogni collaboratore è data la possibilità di firmare un solo articolo.

Le recensioni dovranno esaminare criticamente lavori editi da non più di tre anni e solo in particolari casi, sarà possibile ospitare segnalazioni di opere meno recenti.

CITAZIONI

 CITAZIONI NEL TESTO: se superano due righe, vanno in corpo minore senza virgolette.

 Le NOTE da inserire nelle singole pagine devono recare un numero progressivo, essere brevi ed essenziali e commisurate all’estensione del testo.

CITAZIONI VOLUMI: Nome (completo la I volta e per le successive con l’iniziale puntata) e cognome dell’autore in maiuscoletto, titolo in corsivo, eventuale indicazione di traduzione o di cura tra virgole, luogo di pubblicazione, pagina o pagine:

 CARLO GHISALBERTI, Storia costituzionale d’Italia. 1849/1948, Roma – Bari, 1974, pp. 18 – 25.

Le amministrazioni provinciali in Italia. Prospettive generali e vicende venete in età contemporanea, a cura di Filiberto Agostini, Milano, 2011, pp. 512.

CITAZIONI ARTICOLI: Autore come per i volumi, titolo in corsivo, titolo della rivista tra virgolette, serie in numeri romani, annata in numeri arabi, anno tra parentesi, pagina o pagine citate; se la rivista è numerata per fascicoli e non per annate, si indichi il numero del fascicolo in arabo prima dell’anno:

GIAN SAVINO PENE VIDARI, Il re Vittorio Emanuele II “assume il titolo di Re d’Italia”, in “Studi Piemontesi”. XL. 1 (2011), pp. 7 – 20.

Se si deve citare il capitolo o il saggio inserito in una raccolta, lo si deve considerare come un articolo di rivista, presentandolo in corsivo; il titolo del volume o della raccolta di saggi è da presentare in corsivo preceduto da in .

PER LE RECENSIONI:

Autore in tondo normale, titolo in corsivo, città, anno, pagine.

Testo non superiore alle due cartelle (da 2000 battute) . Per le abbreviazioni vale quanto sopra.

Segnalazione di autori antichi

Gli autori greci e latini si citano in latino, in forma abbreviata e in tondo, seguiti dal nome dell’opera, sempre in latino, in forma abbreviata e in corsivo, senza virgola intermedia ma con l’intervallo di uno spazio. I numeri di libri e di versi, tutti arabi, sono separati dalla virgola e intervallati da uno spazio. Per gli autori latini ci si atterrà alle abbreviazioni del Thesaurus linguae Latinae (ad es. Verg. Aen. 7, 281). Per gli autori greci, si seguiranno di norma i criteri adottati dal LSJ9. Si potrà tuttavia fare eccezione per sigle eccessivamente compendiose (ad es. Aeschyl. e non A., Diog. Laert. e non DL, etc.).

Per le citazioni di opere in frammenti, si indicherà sempre l’abbreviazione dell’editore di riferimento dopo il numero del frammento, eventualmente contrassegnandola con il numero progressivo dell’edizione. Ad es. Archil. fr. 5 W.2 (si avrà cura di abbreviare il nome secondo usi consolidati per tutti gli autori maggiori o per le raccolte più canoniche, e di rendere il più possibile eloquente l’abbreviazione in tutti gli altri casi).

 Si citeranno invece con la sigla dell’edizione seguita dall’indicazione del numero progressivo dell’autore e/o del frammento e/o del verso (ma senza le iniziali puntate degli editori) gli autori compresi in edizioni critiche di più autori con numerazione progressiva, come Epigrammata Graeca (EG), Further Greek Epigrams (FGE), Fragmente der Griechischen Historiker (FGrHist), Garland of Philip (GPh), Hellenistic Epigrams (HE), Poetae Melici Graeci (PMG), Poetarum Melicorum Graecorum Fragmenta (PMGF), Supplementum Hellenisticum (SH), Socratis et Socraticorum Reliquiae (SSR), Stoicorum Veterum Fragmenta (SVF), Tragicorum Graecorum Fragmenta (TrGF), Fragmente der Vorsokratiker (VS). Ad es.: Hecat. FGrHist 1 F 1, Antip. Sid. HE 611, Melinn. SH 541, Theodect. TrGF 31 F 10, Heraclit. VS 22 B 50, etc.

Per le pubblicazioni epigrafiche ci si atterrà a:

J.A.L. Lee, A Preliminary Checklist of Abbreviations of Greek Epigraphic Volumes, «Epigraphica» 66, 1994, pp. 129-169; F. Bérard-D. Briquel, Guide de l’épigraphiste, Paris, Rue d’Ulm, 20104 (con gli aggiornamenti in http://www.antiquite.ens.fr./pdf/supplement1.pdf).

Citazione di manoscritti e papiri

Per i manoscritti, nella prima occorrenza occorre indicare: città (in lingua originale) – biblioteca (in lingua originale) – nome del fondo abbreviato – numerazione secondo le convenzioni adottate nelle biblioteche. Ad es. Wolfenbüttel, Herzog-August-Bibliothek, Gud. lat. 157.

Nelle successive occorrenze va utilizzata, invece, la segnatura abbreviata secondo le consuetudini della comunità scientifica. Ad es. Guelf. Gud. lat. 157.

Tale norma generale potrà essere disattesa quando il riferimento alla biblioteca di conservazione sia immediatamente desumibile. Sono ammesse, ad esempio, le citazioni abbreviate:

Vat. + nome fondo; Paris. + nome fondo; Laur. + nome fondo;

Lond. Brit. Lib. + nome fondo; Oxon. Bodl. + nome fondo; Vindob. + nome fondo.

Vanno in ogni caso evitati riferimenti alle biblioteche in forma di sigle acrostiche (del tipo BnF, BNCR, BL etc.) e le citazioni di manoscritti mediante sigle di tipo filologico (ad es. «il ms. L», «il Nitriensis»), nel caso si tratti della prima o dell’unica occorrenza. Va inoltre evitato l’uso del corsivo.

 Per i papiri si adottano le abbreviazioni della Checklist of Editions Greek, Latin, Demotic and coptic Papyri, Ostraka and Tablets, http://scriptorium.lib.duke.edu/papyrus/texts/clist_papyri.html.

Altre regole generali di citazione per autori antichi e moderni

Citazioni più lunghe di tre righe vanno fuori testo, al vivo e in corpo minore senza alcun tipo di virgolette (solo il latino va in corsivo, tutte le altre lingue, compreso il latino filologico, in tondo). Omissioni all’interno di citazioni di studiosi moderni vanno segnalate con tre puntini spaziati racchiusi fra parentesi quadre ([. . .]), mentre omissioni all’interno di citazioni di testi greci e latini sono segnalate solo da tre puntini spaziati senza parentesi quadre. Le parentesi quadre si usano anche per eventuali osservazioni dell’autore all’interno di una citazione (p. es., [sic]).

ABBREVIAZIONI USUALI

Si fornisce qui un elenco delle abbreviazioni più usuali:

appendice (App.); articolo (art.) [articoli (artt.)]; capitolo (cap.) [capitoli (capp.)]; circa (ca.); citato (cit.) [citati (citt.)]; colonna (c.) [colonne (cc.)]; confronta (cfr.); dissertazione (diss.); eccetera (etc.); editore (ed.) [editori (edd.)]; edizione (ed.) [edizioni (edd.)]; esempio (es.) [esempi (ess.)];

exempli gratia (e.g.); foglio (f.) [fogli (ff.)]; frammento (fr. [frammenti (frr.)]); ibidem (ibid.); Idem (Id.); introduzione (introd.); linea (l.) [linee (ll.)]; luogo citato (l.c.) [luoghi citati (ll.cc.)]; manoscritto (ms.) [manoscritti (mss.)]; nota (n.) [note (nn.)]; numero (nr.) [numeri (nrr.)]; pagina (p.) [pagine (pp.)]; paragrafo (par.) [paragrafi (parr.); si usi, tuttavia, se possibile, il segno convenzionale §]; prefazione (pref.); recto (r in apice: ad es. f. 97r); secolo (sec.) [secoli (secc.)]; scholium ad locum (schol. ad l.); seguente (s.) [seguenti (ss.)]; sub voce (s.v.) [sub vocibus (s.vv.)]; Supplemento (Suppl.); tavola (tav.) [tavole (tavv.)]; traduzione (trad.); varia lectio (v.l.) [variae lectiones (vv.ll.)]; vedi (vd.); verso (v.) [versi (vv.)]; verso (v in apice: ad es. f. 102v); volume (vol.) [volumi (voll.)].

Si fa presente che i collaboratori, una volta ricevuto il PDF, debbono rileggerlo, controllarlo e registrare tutte le correzioni (non aggiunte o modifiche) in un file da restituire al Presidente, che provvederà alle correzioni d’intesa con la tipografia.

I collaboratori si impegnano a non sfruttare mai per fini commerciali i lavori apparsi sugli “Atti e Memorie” e a non concederne l’utilizzazione per almeno diciotto mesi dalla presentazione della rivista presso pubblicazioni similari.